Appello dei militanti della Sinistra e dei Verdi: Sì all’iniziativa sulla neutralità
Data: 10 gennaio 2024
Per firmare, inserisci i tuoi dati qui: https://forms.gle/WEBf7toCUtmof1hc8
L’iniziativa “Salvaguardia della neutralità svizzera”, lanciata nel 2022, è stata etichettata dai media e da una parte della Sinistra e dei Verdi come un tentativo della destra populista di isolare il Paese. Noi dissentiamo da questa interpretazione: in qualità di esponenti della Sinistra e dei Verdi, accogliamo e sosteniamo l’iniziativa sulla neutralità! L’iniziativa non è “di destra”, ma è stata elaborata da un comitato interpartitico che mira a distanziarsi dalla politica estera svizzera filo-NATO per orientarla verso una neutralità internazionale e aperta al mondo. Come esponenti della Sinistra e dei Verdi, siamo convinti che ragionare per partito preso conduca in un vicolo cieco. Ci impegniamo piuttosto per un dibattito basato sui fatti.
Di cosa tratta l’iniziativa
La neutralità della Svizzera vanta più di duecento anni di storia e la Convenzione dell’Aia ne definisce chiaramente fin dal 1907 i presupposti legali. Tali disposizioni costituiscono una base giuridica solida e perenne per la nostra politica estera. La Svizzera non prende parte ai conflitti tra altri Stati, avvalendosi di una rigorosa legislazione sulle esportazioni di materiale bellico. Nel nuovo ordine mondiale multipolare abbiamo bisogno della neutralità per garantire la sicurezza e orientarci verso la pace nel mondo. La Costituzione federale fa riferimento alla neutralità, ma non la definisce. L’iniziativa si propone di colmare questa lacuna e fornisce alla politica estera una direzione chiara, segnalando agli altri Paesi cosa possono aspettarsi dalla Svizzera. La Costituzione federale verrebbe integrata con il seguente articolo:
Art. 54a Neutralità svizzera
- La Svizzera è neutrale. La sua neutralità è permanente e armata.
- La Svizzera non aderisce ad alleanze militari o difensive. È fatta salva una collaborazione con tali alleanze in caso di aggressione militare diretta contro la Svizzera o in caso di atti preparatori in vista di una simile aggressione.
- La Svizzera non partecipa a scontri militari tra Stati terzi e non adotta neanche misure coercitive non militari nei confronti di Stati belligeranti. Sono fatti salvi gli obblighi verso l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e i provvedimenti volti a impedire l’elusione delle misure coercitive non militari adottate da altri Stati.
- La Svizzera si avvale della propria neutralità permanente per prevenire e risolvere i conflitti e offre i propri buoni uffici in qualità di mediatrice.
Questo testo costituzionale non definisce in modo esaustivo la neutralità svizzera, ma funge da linea guida per una comprensione della neutralità che sia attiva e orientata alla pace.
Come rappresentanti della Sinistra e dei Verdi, sosteniamo l’iniziativa per i seguenti motivi
1) Una neutralità imparziale garantisce una Svizzera aperta al mondo
Ci impegniamo per una Svizzera aperta al mondo e orientata alla multiculturalità. Il capoverso 4 dell’iniziativa stabilisce che la Svizzera contribuisca attivamente a prevenire e mediare i conflitti futuri. Di conseguenza, il nostro paese non prenderà parte a conflitti internazionali, ma si metterà a disposizione senza esitazioni come sede di negoziato per qualsiasi Stato. In quanto luogo d’incontro di diverse culture e ideologie, la Svizzera può promuovere la pace nel mondo. La nostra politica di neutralità deve essere credibile anche nei confronti dei paesi del Sud globale e di quelli che non adottano il modello democratico occidentale, poiché le forme di governo, gli ordinamenti e le visioni del mondo dipendono anche dal livello di sviluppo tecnologico ed economico. Nei suoi sforzi per la pace, la Svizzera non si schiera con le posizioni di un campo o dell’altro, ma dimostra comprensione e disponibilità al dialogo nei confronti di tutte le parti. Solo in questo modo può ottenere e mantenere la fiducia di tutti. La Svizzera non fa parte di un blocco di potenze, ma si integra nella comunità internazionale. Su questa base, la Croce Rossa Internazionale, una delle istituzioni più positive del Paese, può continuare a fornire i suoi preziosi servizi e aiutare chi è colpito dai conflitti.
2) La neutralità attiva della Svizzera è un progetto europeo per la pace
Come esponenti pacifisti della Sinistra e dei Verdi ci impegniamo per la pace in Europa. Nel 1815, la Dieta Federale promise di “riconoscere e garantire la neutralità perpetua, richiesta dall’interesse comune degli stati europei a favore della Confederazione”. Dopo 200 anni, vogliamo rinnovare questo impegno verso l’Europa.
Come stato cuscinetto, la Svizzera ha contribuito per un secolo a mantenere l’equilibrio tra le potenze in Europa: non abbiamo messo il nostro paese a disposizione né degli austriaci contro i francesi, né dei francesi contro gli austriaci. Durante le due guerre mondiali, la neutralità ha avuto scarso impatto a livello internazionale: è stata fortemente messa alla prova, ma almeno ha preservato la pace nel nostro paese.
Durante la Guerra Fredda, la Svizzera ha contribuito in modo significativo affinché la Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE) giungesse a una conclusione che promuovesse la pace e la comprensione. Ne siamo orgogliosi: la Svizzera dovrebbe continuare a contribuire alla pace in Europa con una politica attiva di pace e di neutralità.
Con la sua esperienza in materia di neutralità, la Svizzera può inoltre sostenere Stati in situazioni geopolitiche simili: formare una rete con altri Stati neutrali e non allineati che si impegnino per la de-escalation tra nazioni belligeranti.
3) Il ritorno alla neutralità integrale rende la Svizzera credibile a livello globale
La modifica più significativa rispetto all’attuale pratica della neutralità è introdotta nel capoverso 3: la Svizzera non partecipa a misure coercitive non militari contro altri Stati. Si tratta di un aspetto cruciale, poiché le grandi potenze conducono le loro guerre non solo militarmente ma anche economicamente: spesso vengono imposte sanzioni che non sono conformi al diritto internazionale né ai diritti umani. Queste sanzioni colpiscono le popolazioni, in particolare le persone più fragili (donne, bambini, anziani) che ne soffrono maggiormente. Le sanzioni economiche di una potenza o di un blocco di paesi sono arbitrarie. La Svizzera deve respingere tali atti di violenza e in seno all’ONU porrà il problema e criticherà le minacce alla pace, le violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani, indipendentemente dalla parte che le commette.
4) La neutralità integrale è solidale con i più poveri del mondo
In tempi di guerra, è la classe media e coloro che vivono in povertà a soffrire di più, mentre le aziende d’armi e i loro azionisti si arricchiscono massicciamente. Questo vale anche per la guerra in Ucraina, in cui il popolo ucraino e russo si dissanguano a vicenda, mentre il complesso militare-industriale sia dei paesi belligeranti sia dei paesi guerrafondai continua a crescere in modo esponenziale. Con ogni escalation, c’è una maggiore domanda di armamenti, si vendono più dispositivi letali e si ottengono enormi profitti. In breve, le guerre portano morte per molti e profitti enormi al grande capitale. Questa è una regola ferrea della guerra.
Le sanzioni prolungano la guerra, raramente portano a un “cambio di regime” e non risolvono, ma semmai aggravano gli squilibri economici e sociali tra l’Occidente e la parte più povera del mondo. Per questo motivo la Svizzera rinuncia di principio alle sanzioni, a meno che non siano imposte dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Mostrare solidarietà solo a Stati e gruppi di persone che godono di uno standard di vita simile al nostro e condividono i valori occidentali è inaccettabile: la Svizzera è solidale in modo imparziale e offre la sua solidarietà a tutti gli Stati in condizioni di bisogno. In pratica, ciò deve significare più solidarietà con i poveri di questo mondo.
5) La rinuncia all’adesione alla NATO è il nostro contributo più importante alla pace nel mondo
La NATO, originariamente un’alleanza difensiva, è da tempo diventata un’organizzazione aggressiva, estendendo le sue operazioni ben oltre l’area nordatlantica e l’Europa. La NATO serve a mantenere e ampliare la supremazia dell’Occidente. Le operazioni della NATO in Iraq, Afghanistan e Libia, contrarie al diritto internazionale, hanno portato al collasso di questi tre Stati. Mentre gli Stati Uniti si preoccupano principalmente di preservare la loro posizione di potenza egemone, l’Europa deve affrontare enormi flussi migratori da questi paesi, in cui oggi regna la miseria.
Questa tendenza si spinge ancora più in là, nella misura in cui i suoi membri più importanti sognano addirittura una “NATO economica che difenda il nostro tenore di vita”.[1] Nel frattempo, un miliardo di persone che vivono nei paesi della NATO, grazie al loro accesso quasi illimitato alle risorse del mondo, consuma annualmente risorse equivalenti a tre o cinque pianeti, contribuendo al riscaldamento globale e alla diminuzione della biodiversità. Questi problemi globali possono essere risolti solo in modo multilaterale e con un’economia socialmente ed ecologicamente sostenibile. Pertanto: basta con guerre e sanzioni. La ridistribuzione economica è il contributo più importante per una politica di sicurezza globale!
6) La neutralità armata è un approccio pacifista alla politica internazionale
La neutralità ha un futuro: la pace sarà meglio garantita se più paesi rimangono indipendenti e neutrali, anziché aderire a uno dei grandi blocchi. Se attaccata, la Svizzera si difenderà autonomamente con le proprie armi, ma non parteciperà a conflitti esteri, nemmeno per la difesa collettiva di altri Stati. In questo modo, la Svizzera assume un pacifismo più rigoroso rispetto a quanto richiesto dalla Carta delle Nazioni Unite, che all’articolo 51 concede a tutti i membri il “diritto naturale alla difesa individuale o collettiva”. Tuttavia, la “difesa collettiva”, originariamente pensata come eccezione, è diventata la norma. Dal secondo dopoguerra, praticamente ogni guerra d’aggressione è stata giustificata come “difesa collettiva”: gli interventi dell’Unione Sovietica in Ungheria (1956) e in Cecoslovacchia (1968), degli Stati Uniti in Vietnam (1964), Afghanistan (2001), Iraq (2003), l’intervento della Cina in Vietnam (1979) o della NATO in Serbia (1999) e in Libia (2011).
La Svizzera rifiuta la difesa collettiva e si impegna a non partecipare a nessuna guerra: rimane pacifista, indipendentemente dalla pressione economica e morale esercitata dall’estero. Per principio, la Svizzera rinuncia alle alleanze militari perché la verità sulle cause e le ragioni della guerra emerge sempre solo decenni dopo. Non partecipa alla propaganda e all’incitamento bellico contro altri paesi né alla loro demonizzazione: la Svizzera non deve diventare un Paese di guerrafondai moralisti e autocratici. Rinunciando al pensiero fazioso e auspicando un dibattito basato sui fatti, sosteniamo il Sì all’iniziativa sulla neutralità!
Autori e contatto
Dr. Pascal Lottaz, Associate Professor, Kyoto ([email protected]).
Verena Tobler Linder, Ethnologin und Soziologin, Zürich ([email protected]).
Prof. em. Wolf Linder, Politologe, Bern ([email protected]).
Primi firmatari
Araújo, Stefano, Membre du Comité Central du PC, Geneve.
Ay, Massimiliano, Membro Gran Consiglio del Canton Ticino, Bellinzona.
Barenco, Sergio, Ex-Membro del Municipio, Arbedo.
Belser, Eduard, Ehem. Ständerat und Ehem. Regierungsrat, Basel-Land.
Bernasconi, Guido, Ex-Deputato al Gran Consiglio del Canton Ticino, Sonvico.
Beroggi, Filippo, Koordinator SISA Gewerkschaft, Bissone.
Camozzi, Ismael, Koordinator SISA Gewerkschaft.
Cappelletti, Edoardo, Conseil Communal, Lugano.
Casella, Zeno, Conseil Communal, Capriasca.
Cereghetti, Bruno, Ex-Deputato al Gran Consiglio del Canton Ticino e del Municipio di Locarno.
Ferrari, Lea (Agronoma Msc), Deputata del Gran Consiglio del Canton Ticino, Serravalle.
Ferrazzini, Marco, Ex-Vice-Maire et Grand Conseiller, Chiasso.
Forni, Angelica, Consigliera Comunale, Losone.
Frei, Luca, Koordinator der KJ, Lugano.
Galli, Giovanni, Psicologo e Psicopedagogista, Minusio.
Genitsch-Hofer, Franziska, Partei der Arbeit (PDA), Basel.
Gerster, Willi (Dr. rer. pol.) Ehem. SP-Grossrat, Basel-Stadt.
Gräub, Ernst, Ehem. Gewerkschaftssekretär, Basel.
Hanke Güttinger, Ariet (Dr. phil.), Historikerin, Dussnang.
Hebling, Francesco, Mitglied des Zentralkomitees KJ, Tessin.
Heise, Herbert, Psychiater und Chefarzt im Ruhestand, Bern.
Hofer, Stefan (Rechtsanwalt im Ruhestand), Partei der Arbeit (PDA), Basel.
Joos, Heidi, Coaching-Fachfrau & ehemaliges Mitglied Legislative Stadt und Kanton, Luzern.
Iembo, Samuel, Mitglied des Zentralkomitees der KP, Bellinzona.
Leuenberger, Peter, Ehemaliger Sekretär der Anti-Apartheid Bewegung der Schweiz, Köniz.
Linder, Wolf (Prof. em.), Politologe, Bern.
Lottaz, Pascal (Dr. phil.), Associate Professor Universität Kyoto & Mitglied SP International, Japan.
Lucchini, Alessandro, Economista & Consigliere Comunale, Bellinzona.
Malyguine, Nil, Membro del Comitato Centrale del PC, Massagno.
Marconi, Martino, Consigliere Comunale, Morbio Inferiore.
Masera Arigoni, Elena, Magliaso.
Mattmann-Allamand, Peter (Dr. med.), Arzt & Ehemaliger POCH- und Grünen-Politiker, Kriens.
Müller, Christian (Dr. phil.), Publizist, Monteggio.
Müller, Hans-Peter (Prof. em.), Ethnologe, Uitikon.
Müller, Geri, Ehem. Nationalrat und Präsident der Gesellschaft Schweiz Palästina, Baden.
Paltenghi, Niki, Graphiste ECAL & Membro del Comitato Centrale del PC.
Parzani, Siria, Mitglied des Zentralkomitees der KJ, Porza.
Pugno Ghirlanda , Daniela, Ex-Deputata al Gran Consiglio del Canton Ticino, Minusio.
Reins, Ivo (Prof. em.), Juriste et Historien, Genève.
Roca, René (Dr. phil.), Historiker, Oberrohrdorf.
Scheben, Helmut (Dr. phil.), Journalist und langjähriger Redaktor der SF Tagesschau, Zürich.
Schmid, Peter (Dr. phil.), Alt-Nationalrat & Präsident Grüne Partei Schweiz von 1987 bis 1990.
Schneider, Beat (Prof. em.), Kultur- und Designgeschichte, Bern.
Schumacher, Franz, Ehem. SP- Stadt- und Kantonsrat, Zürich.
Soiland, Tove (Dr. phil.), Historikerin und feministische Theoretikerin, Zürich.
Soyyigitoglu, Niyazi, Sozialpädagoge, Zürich.
Speranza, Amos, Membre du Comité Central du PC, Bellinzona .
Tobler Linder, Verena, Ethnologin und Soziologin, Zürich.
Togni, Alberto, Consigliere Comunale , Gordola.
Villa, Malena, Mitglied des Zentralkomitees der KJ, Claro.
Zahno, Gallus, Berufsschullehrer & Gemeinderat Staufen, Staufen.
Altri firmatari
Per firmare, la preghiamo di compilare il seguente modulo online: https://forms.gle/WEBf7toCUtmof1hc8
[1] Sandrine Dixson-Declèv et all., Earth for All: Asurvival guide for humanity, (Gabriola: New Society Publishers, 2022).
Photo by Janosch Diggelmann on Unsplash
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